martedì 7 giugno 2011

RAI LOCAL: TECNOLOGIE 2.0 PER LA PROMOZIONE TURISTICA


Una nuova modalità di fruizione del territorio in un progetto di comunicazione che unisce Rai, Regione Abruzzo e Massachusetts Institute of Technology (MIT). Questa la nuova iniziativa della sezione Nuovi Media della Rai, presentata oggi, 7 giugno, al Forum della Comunicazione 2011 da Adrea Portante, Direzione Marketing Nuovi Media Rai.
L’obiettivo è di fornire agli enti locali uno strumento di promozione, comunicazione e iterazione con il pubblico, che sia allo stesso tempo per le persone un mezzo di conoscenza migliore del territorio.
Il web è divenuto uno strumento chiave nell’ambito turistico, tanto che in Italia il 33% delle vacanze è prenotato on line e il passa parola virale è fondamentale per la scelta delle mete turistiche; mentre, negli USA, il 74% della popolazione usa internet per ottenere tutte le informazioni turistiche di cui ha bisogno. Alla luce di analisi come queste nasce la piattaforma Rai local che permette agli utenti di gestire l’organizzazione turistica, il viaggio, il soggiorno e il post vacanza. Il tutto, con un sistema di applicazione che consente di produrre, condividere e ottenere una grande quantità di contenuti sul territorio che si vuole conoscere; oltre ai filmati messi a disposizione dalle teche Rai.
Il progetto, dunque, vive del coinvolgimento degli utenti, attivando un meccanismo virale che si autoalimenta. La riuscita del progetto, infatti, è dipesa dalla “capacità di coinvolgere gli utenti”, come ha spiegato Andrea Portante nel corso della presentazione al Forumcom 2011.
www.railocal.rai.it

FORUM DELLA COMUNICAZIONE 2011, CONFERENZA 1

Il 61% degli italiani ritiene che nel prossimo anno la comunicazione sarà una delle chiavi fondamentali per uscire dalla crisi. Ciò, stando ai dati che hanno aperto il primo incontro del Forum della Comunicazione 2011 di Roma.
“Innovazione, stile e valori: chi non comunica scompare”, il titolo della prima conferenza mediata da Giuliano Noci, ordinario di marketing al Politecnico di Milano. Un talk show in cui si è cercato di capire e di spiegare come la comunicazione sia un veicolo fondamentale per lo sviluppo di qualunque tipo di sistema, indifferentemente pubblico o privato, paragonando il modo in cui essa è fatta e sfruttata in Italia e all’estero. In particolare in Cina dove, come si apprende dal dibattito della mattinata, si conta la più grande popolazione di utenti internet: 450 milioni.
“La Comunicazione, chiave strategica di successo e strumento di ripresa dalla crisi economica, è leva su cui investire attraverso le diverse dimensioni di stile, innovazione e valori”, questa la frase lancio di questo incontro, animato da un dialogo tra esperti che ha messo in luce come la comunicazione giochi un ruolo fondamentale per le imprese per farsi conoscere e per fidelizzare il cliente, ma anche per attrarre quelle risorse umane ad alto tasso qualitativo che permettono di sopravvivere proprio in una fase di crisi come quella che il mondo globale sta attraversando.
Pubblico come privato, si diceva, stando all’intervento di Michele Coppola, assessore alla Cultura della regione Piemonte, impegnato nella promozione delle iniziative di Esperienza Italia del Piemonte, in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità. Iniziativa che, nelle parole dello stesso Coppola, “ha fatto i conti con l’esigenza di comunicare in un sistema tv-centrico”. L’anniversario del 1861 ha fornito un ottimo caso di studio rispetto alla comunicazione, al pari dell’esigenza e del tentativo in atto di curare l’immagine del Paese. Una reputazione internazionale compromessa a causa di problemi devastanti (quello dell’emergenza rifiuti in Campania tra i principali), come sottolineato da Domenico Arcuri, amministratore delegato Ivitalia. In realtà, Arcuri ha argomentato anche sulla grande spesa in “pubblicità” fatta dalle regioni meridionali negli ultimi anni, pur non ricevendone una ricaduta adeguata. Tema sul quale dissente Giuliano Noci che ha precisato come serva poco investire molto “se non si bada al modo in cui si spende e la comunicazione si realizza”.
E proprio su quest’ultimo punto è proseguita la discussione che ha messo in luce, tra le altre cose, il deficit di export in paesi come quelli in via di sviluppo del Bric (Brasile, Russia, India e Cina), dove una pessima comunicazione ci impedisce di sviluppare i nostri brand in maniera adeguata.
La diretta della manifestazione prosegue in streaming su Rai.tv
SITO FORUM:

domenica 22 maggio 2011

venerdì 6 maggio 2011

InDifferenteMente

video reportage: http://www.wakeupnews.eu/indifferentemente-la-cooperativa-sociale-ottavia-sfida-i-rifiuti-e-i-pregiudizi/


MARIGLIANO (NA) – Ottavia è una cooperativa sociale, con sede a Marigliano (Na), che opera nella provincia partenopea per il sostegno e il reinserimento socio-lavorativo di diversamente abili ed ex tossicodipendenti. Alla luce dei limitati finanziamenti pubblici, che coprono solo in parte le numerose attività senza scopo di lucro della cooperativa, gli operatori di Ottavia hanno deciso di fare di necessità virtù, avviando un servizio di raccolta dei materiali da recupero nei territori del napoletano afflitti dalla cronica emergenza rifiuti. InDifferenteMente è il nome di questo progetto.


Gli operatori della Cooperativa Sociale Ottavia al lavoroQuesto servizio, eseguito dagli stessi assistiti della cooperativa e offerto alla comunità senza alcun compenso, frutta una piccola rendita alla cooperativa grazie alla vendita di carta, ferro e altri materiali, che in questo modo vengono riciclati. Il ricavo economico è utilizzato per finanziare gli stessi progetti a favore di diversamente abili ed ex tossicodipendenti – che hanno in tal modo un’occasione di lavoro e socialità che difficilmente trovano altrove – e, in primis, per permettere alla cooperativa di continuare a esistere, risultando insufficienti i pochi fondi pubblici persino per le più normali spese di gestione di Ottavia.

InDifferenteMente non è però solo questo: il servizio di raccolta dei materiali da recupero operato dalla Cooperativa Sociale Ottavia, è infatti attivo in un’area afflitta da una nota e drammatica emergenza rifiuti, in cui si riesce con difficoltà ad avviare un normale processo di raccolta differenziata, che darebbe invece un minimo di respiro ad una situazione che diventa giorno dopo giorno, anno dopo anno, sempre più complessa da risolvere.

L’impegno e la dedizione di Antonio D’Amore, presidente di Ottavia, hanno reso IndifferenteMente un imperdibile percorso di riscatto per chi ha commesso passi falsi nella prima parte della propria vita, nonché una fondamentale occasione di valorizzazione e inserimento sociale per i diversamente abili. Le sue parole nelle battute finali del servizio sono l’essenza vera e propria dell’intero progetto: «Se uno vuole l’aiuto, se lo guadagna». Chapeau.
articolo di Francesco Guarino
video reportage di: Antonio jr. Ruggiero e Francesco Carbone

lunedì 18 aprile 2011

IRPINIA E SANNIO PATTUMIERE?
SI DECIDE IL 19 APRILE


Si deciderà il 19 aprile, durante la seduta a oltranza del Consiglio regionale della Campania, se Irpinia e Sannio rischieranno seriamente di diventare pattumiere della Campania. La legge sul rischio sismico in discussione, comprensiva dell'emendamento Salvatore sulla de provincializzazione dello smaltimento dei rifiuti, affida in particolari situazioni di emergenza poteri speciali al governo regionale per la gestione dello smaltimento, annullando il ruolo delle Province e scaricando rifiuti in eccesso dove meglio si crede (con le due aree interne della regione in prima linea). In questo modo, però, territori da sempre virtuosi (o che lo sono diventati recentemente) rischiano di accogliere rifiuti dal napoletano che, come è noto, è in emergenza costante e, a oggi, non riesce neanche ad avviare un normale servizio di raccolta differenziata. Se a questo si somma i criteri di solidarietà alle zone in difficoltà e leggi nazionali già esistenti per l'amministrazione in caso di emergenza, si capisce quanto sia complicato il quadro della situazione che, nel prossimo Consiglio regionale, vivrà una nuova e delicata fase di definizione.

lunedì 11 aprile 2011

IL NEOMERIDIONALISMO
DELLA LEGA SANNITA



“Il nostro è un movimento politico culturale di proposta e di protesta che tra i suoi scopi ha l’unità politica, geografica, sociale ed economica dei territori sanniti attraverso la nascita della Regione Sannio”.

E’ così che si definisce sul proprio sito la Lega Sannita. Un’iniziativa politica che rientra in quella grande nuvola di partiti e movimenti neomeridionalisti nati a difesa di un Sud storicamente impelagato nella questione meridionale e oggi minacciato da un governo giudicato a trazione nordista. Quello stesso settentrione rappresentato politicamente dalla Lega Nord che per il nuovo meridionalismo è fonte di ispirazione, ma anche nemico da contrastare.

A tal proposito (sempre dal sito “legasannita.it”) questo movimento è nato nel luglio 2009 “senza interesse a emulare la Lega Nord, tranne per la determinazione e l’egoismo nel difendere gli interessi delle nostre comunità”.

Parlando di interessi della comunità, la Lega Sannita pone l’accento sui problemi chiave del Sud: emergenza occupazionale, emigrazione giovanile, crisi delle piccole-medie aziende soprattutto nei settori dell’artigianato e dell’agricoltura, allarme sicurezza e contrasto alla criminalità organizzata. Il tutto coniugato in una logica ultra territoriale, per cui si parla di soluzioni come le ronde sannite (o polizia sannita) con ampi poteri e alle dipendenze dell’amministrazione regionale. Nello specifico, però, quale Regione?

Non certo la Campania ritenuta “da sempre attenta solo ai problemi di Napoli e dintorni”, come si legge in un comunicato del 15 novembre 2010 diffuso da Lorenzo Lommano, fondatore del movimento, che spiega: “Non solo ci tolgono gli ospedali e ci danno l’elemosina del bilancio regionale, ora ci considerano anche la pattumiera di quella Napoli centrista ed egoista”; in pratica, il corrispettivo campano della “Roma ladrona” di Umberto Bossi.

Ciò a cui aspira questa Lega è la nascita di una regione Sannita, data l’esigenza di difendersi dal federalismo nordista che avanza. Secondo questo progetto il Beneventano, l’Irpinia, il Molise e alcuni territori della provincia di Caserta, Chieti, L’Aquila e Foggia dovrebbero unirsi in una sola regione, “in virtù di comuni caratteristiche storiche, culturali ed economiche”, per formare la Regione Sannio “che salvi i piccoli territori (come il Molise) da un federalismo pericoloso per aree ancora sottosviluppate e in grave crisi, mal amministrate e con una forte percentuale di occupati nel pubblico impiego”.

Un progetto di ventunesima regione che, in Campania, è stato fatto proprio anche da un nutrito gruppo di comuni con l’intento di ricreare l’antico Principato di Salerno in una nuova regione d’Italia, a cui gli stessi leghisti sanniti guardano con interesse.

Se il Sud e alcune sue aree in particolare non sono capaci di camminare con le proprie gambe, tanto da essere minacciati dal federalismo leghista, nell’ottica neomeridionalista lo si deve a vari problemi storici che affondano le radici nell’Unità d’Italia. Il leader della Lega Sannita riassume così il pensiero del suo movimento a riguardo in un comunicato stampa diffuso il 5 novembre 2010: “Garibaldi è stato un bandito al soldo dei Piemontesi, colluso con la mafia e la camorra, che non merita rispetto. L’Italia – continua Lommano – è un’unione di stati e non uno stato unitario perché il Risorgimento è la colonizzazione del Sud da parte del Nord”.

L’idea di un’Italia nata dall’usurpazione nordista nel Sud è alla base di molti dei movimenti neomeridionalisti. Quegli stessi che oggi tentano di creare un nuovo spazio di opportunità politica puntando anche sul revisionismo storico che esalta la concezione del Mezzogiorno, prima dell’Unità d’Italia, come un’isola felice poi depredata. I mali del Sud, dunque, vengono dal lontano passato e ora accomunano questi movimenti e partiti nella volontà professata di portare il Meridione ai livelli di sviluppo del Nord. Un discorso certo non nuovo, ma che oggi, in alcuni casi, si basa su strategie di secessionismo e nuove autonomie che nulla hanno a che vedere con la corrente di pensiero e di studi del primo Meridionalismo, quello che ha sempre guardato alla questione meridionale come questione nazionale, se non europea.

Fino a oggi la Lega Sannita si è distinta per una buona presenza sul territorio, intervenendo in tutte le battaglie che lo caratterizzano, soprattutto per la difesa ambientale rispetto all’emergenza rifiuti. Se ancora un congresso vero e proprio non è stato celebrato, e i dati sulle adesioni sono tenuti in assoluto segreto, il lavoro sul campo è stato certamente fatto e la verifica arriverà con le prossime elezioni amministrative a Benevento e le provinciali a Campobasso. Sarà allora che la Lega Sannita verificherà quanto siano pervasivi concetti come “nuovo meridionalismo” o “difesa del territorio” e proverà a diventare, come recita il suo slogan principale, “padrone in casa propria”.

sabato 20 giugno 2009

SIBILIA, PRIMI GIORNI ALLA PROVINCIA


L’insediamento a Palazzo Caracciolo è avvenuto lo scorso lunedì e da allora è già passata una settimana d’intenso lavoro per il nuovo presidente della Provincia di Avellino Cosimo Sibilia. Molte le questioni affrontate; tra queste, una in particolare anima gli interessi degli irpini e coinvolge Sibilia direttamente, dato il suo passato nello sport e la sua carica di presidente regionale del Coni: le sorti dell’U.S. Avellino.
Qualcuno potrebbe storcere il naso all’idea che una squadra di calcio e il suo destino siano entrati prepotentemente negli argomenti che pesano in campagna elettorale e nell’agenda della nuova Amministrazione provinciale, ma è giusto così. Nella città di Avellino la passione calcistica è una tradizione che si è consolidata negli affetti e nella cultura della popolazione irpina. Un modo concreto di vivere la città attraverso un suo simbolo che appassiona e avvicina generazioni differenti di tifosi. Di fronte a tutto ciò, la politica locale non poteva non cogliere le istanze provenienti dalla società civile, speranzose di salvare il calcio ad Avellino dall’ennesimo rischio fallimento. In questo senso, Il candidato sindaco Massimo Preziosi e il presidente della Provincia Cosimo Sibilia hanno presentato una proposta precisa e chiara. L’idea è di creare una fondazione a partecipazione sia pubblica sia privata per la promozione degli sport in città. La fondazione andrebbe a sostenere la situazione rischiosa dell’Avellino calcio attraverso una capitalizzazione che coinvolge enti, mondo dell’imprenditoria e istituti di credito. Inoltre, il progetto prevede l’acquisizione del logo U.S.Avellino 1912 e la richiesta di proroga per l’iscrizione alla Lega Pro. Il progetto è articolato e complesso ma rappresenta il tentativo, invocato dai tifosi, di poter festeggiare fra tre anni il centenario.
Non solo calcio. Nell’agenda del presidente della Provincia anche l’incontro avuto con il Rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino. Un incontro che pone le basi per la realizzazione di un antico progetto mai visto nascere ad Avellino: la creazione di un polo universitario e culturale. Per ora si è discusso di un’intesa sui tre canali della formazione post-laurea, diritto allo studio e internazionalizzazione. Un primo passo per un progetto molto più ampio sostenuto fortemente in questa campagna elettorale dal presidente del circolo locale di Noi riformatori azzurri, Orazio Sorece.
Altro passaggio importante di questa prima settimana da presidente per Cosimo Sibilia è stato l’incontro con i sindacati. Un colloquio che ha posto le basi per l’analisi delle politiche di sviluppo territoriale e per la questione occupazionale. Un dialogo con i sindacati unitari che si era avviato già prima, nel corso della campagna elettorale, e che si è reso concreto ora, dopo l’elezione.